La cretinata delle “domeniche ecologiche” in città

di Enrico Galoppini

torino_apparenzePare che domenica prossima chi abita a Torino non potrà usare la macchina, su tutto il territorio cittadino, dalle 10 alle 19. Tale provvedimento va ad aggiungersi agli altri, varati in settimana, che hanno riguardato le auto diesel fino alla categoria “euro 4”, i cui possessori non hanno potuto circolare anche se l’auto serviva loro per recarsi al lavoro.

Bisogna essere chiari su questo tipo di provvedimenti: l’unico effetto certo, a parte il disagio recato ai meno abbienti (chi ha un’auto vecchia si presume che non appartenga alle classi più agiate), è un incentivo a comprare un’auto nuova. La Fiat, intanto, ringrazia.

Quanto alle “domeniche ecologiche”, che riprendono lo slogan degli anni Settanta quando, per la “crisi petrolifera”, venne inaugurata la serie delle domeniche a piedi o in bici, mi chiedo a che cosa serva – in mancanza di provvedimenti strategici a lungo termine – una misura del genere se non a creare problemi su problemi.

Chi ha i soldi per farsi il “weekend” fuori città non sarà toccato dal provvedimento e si dimenticherà Torino per almeno due giorni interi. Chi, invece, resterà in città potrà scegliere se… restare a casa e, non residente in centro, passeggiare in mezzo al deprimente degrado di parecchi quartieri non appartenenti al “salotto” del centro da mostrare ai turisti.

Con ciò si capisce che certe istanze “ecologiste”, quando manca una visione complessiva anticapitalista, sono il contrario di quello che sembrano: giochetti snobistici di chi pensa di salvare l’amato sistema capitalista con qualche trucco da illusionista. Ma dietro l’illusione c’è sempre la solita sostanza: la prevaricazione dei dominanti sui dominati. I primi con la casa su in collina, fuori dalla camera a gas, oppure a spendere un migliaio di euro in un fine settimana al mare o in montagna; i secondi becchi e bastonati, rinserrati nel ghetto, ma almeno felici di aver compiuto – in ossequio alla nuova ‘religione laica’ – la classica “buona azione”!

scie_torinoI benpensanti dicono: quante storie, suvvia prendete la bici! Che è quello che regolarmente faccio quando mi muovo da solo. Ma come potrà prendere la bici chi ha figli piccoli, i quali si spostano su lunghe distanze (anche cittadine) sul seggiolino della macchina che però dovrà essere lasciata dov’è?

Sarà anche impossibile, in una situazione del genere, riunire le famiglie (zii, nonni, nipotini ecc. sparpagliati in varie zone della città) per l’ora di pranzo, a meno che si disponga del teletrasporto.

Né sarà possibile andare, con tutta la famiglia (poniamo di quattro persone), ad un teatro o a un cinema, sempre che non si sia disposti ad infliggersi l’ultima spiaggia: l’autobus, se e quando passa, per sperimentare quant’è bello starsene pigiati come sardine a rischio di taccheggi e gustando ‘fragranze’ varie…

Che sistema idiota: prima ti fanno comprare la macchina in ogni modo martellandoti di pubblicità e creando condizioni tali per le quali diventa assolutamente indispensabile per la maggior parte della gente che lavora lontano da casa. Però la puoi usare (magari dopo averla “rottamata” grazie agli incentivi statali: cioè favori alle industrie automobilistiche)  solo per andare al lavoro.

Ma quand’è festa – e finalmente il mitico “lavoratore” avrebbe diritto a svagarsi un po’, fosse solo per uscire nel contado per qualche ora – si dev’essere per forza “ecologici”!

p.s.: a quando le domeniche senza irrorazioni nei cieli?

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