Rapporti Europa-Iran: perché Israele non si fa i fatti suoi?
di Spectator
Che Paese è mai quello nel quale l’ambasciatore di un altro Paese, potente e spregiudicato quanto si vuole, ma pur sempre un altro Paese, e dunque un ospite, di lusso, ma pur tuttavia un ospite, si permette di “augurarsi” che con la prossima visita del presidente iraniano l’Europa “mantenga una posizione molto coerente verso l’Iran“?
Se l’Italia non fosse diventato uno scendiletto, un “forum” con la principale agenzia di stampa sarebbe un confronto serio, persino scomodo per l’ospite. Non la divulgazione acritica di ogni posizione israeliana, come questa: “Chi si appresta ad accoltellare un militare o un civile israeliano non può non prendere in considerazione la possibilità di non uscirne vivo”.
D’altro canto, l’avevamo già constatato su questo sito: Israele non fa prigionieri, ed è un suo diritto, però a questo punto si dovrebbe capire perché, quando ci sono di mezzo vittime italiane – da quelle nelle loro case a quelle in vacanza in Tunisia – ogni scrupolo umanitario ed ogni “questione di principio” valgono più della riparazione del torto subito.
E per quanto riguarda l’Iran, consigliamo vivamente a questo rappresentante di uno Stato estero, che oltretutto ingerisce non poco nei nostri affari, interni ed esteri, di farsi definitivamente gli affari suoi. O dobbiamo, per compiacere lui ed i suoi sodali, mandare a ramengo affari in grado di risollevare la nostra già difficile situazione economica e commerciale?