La verità sugli “sbarchi dei profughi”: ci voleva un blogger per saperla?

di Eresiarca

migranti_donadelDa alcune settimane sta facendo il giro del web (circa 350.000 visualizzazioni solo sul suo canale) un filmato nel quale Luca Donadel smantella pezzo per pezzo la favola dei “migranti salvati nel Canale di Sicilia”.

I media mainstream s’arrampicano sugli specchi per minimizzare, banalizzare, ridicolizzare, criminalizzare (ebbene sì) chi ha osato sbugiardare quello che tutti, all’unisono e con la ramanzina incorporata per chi dissente, descrivono da anni ed anni come un’opera pia finalizzata al salvataggio di vite umane e niente più. Una cosa ineluttabile, perché quelli “scappano dalla guerra e dalla dittatura”.

Invece no: i “rifugiati” veri saranno sì e no il 20%, e per il resto è tutto un magna magna, che riempie la pancia a troppi soggetti. E tutto questo accade non perché – come sostiene qualcuno – c’è poca Europa, ma proprio perché c’è l’Europa. Quest’Unione Europea dell’uscio aperto e del progetto di sostituzione di popolazione che è sotto gli occhi di tutti e che serve ad una cosa sola: a creare la sospirata “società multietnica” dove non c’era (come in America) e che costituisce la massa di manovra migliore per l’instaurazione del capitalismo senza regole più sfrenato.

Per carità, Luca Donadel capisce ben poco d’Islam, per non dire nulla, e viene il dubbio che se gli danno tutta questa pubblicità su La7 e Striscia la notizia, e se pubblicizza il libro di Mario Giordano, qualche punto in comune col sistema (fosse solo qualche amicizia o parentela) deve pure averlo, ma questo filmato sulla favola degli “sbarchi” è eccezionale, anche se un suo limite è che vede la questione immigratoria solo in termini di “business” quando invece non è così.

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