La fratellanza e l’amicizia: valori e insegnamenti dell’Islam (parte 1)

a cura di ‘Umar A. Frigo

Bismillahi r-Rahmàni r-Rahìm – In Nome di Dio il Misericordioso il Clementissimo

wa-ssalàtu wa-ssalàmu ‘alà sayydinà Muhammad – e le Benedizioni e la Pace siano su Nostro Signore Muhammad

arte_islamica1In un mondo dove sembra regnare sempre più lo scontro dell’uno contro l’altro, è forse bene soffermare la nostra attenzione su valori importanti quali:«la Fratellanza e l’Amicizia», valori che dovrebbero essere messi in atto nei nostri rapporti con gli altri, aiutandoci così inoltre a contrastare la fitna[1], e cioè la sedizione, la falsità, l’errore, l’inganno, la violenza, la rottura dei rapporti personali, che ogni giorno purtroppo aumenta sempre più intorno a noi.

Domanda: Gli insegnamenti dottrinali e sapienziali dell’Islam possono essere di aiuto allo sviluppo della Fratellanza e dell’Amicizia tra gli esseri umani? E questi insegnamenti sono validi solo per i musulmani e solo tra loro, o sono insegnamenti e valori di “ordine universale” ai quali ogni essere umano, a prescindere dalla razza, credente o non credente, oda altre apparenti differenze esteriori, può trarne vantaggio?

Per avere una Risposta, vedremo assieme, alcuni tra i molteplici insegnamenti sulla Fratellanza e sull’Amicizia nell’Islam, presi dal Sacro Corano, parola di Dio, dalla vita e dai detti (Sunna) dell’Inviato di Allàh sayyidunà Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) e presi da alcuni Maestri Spirituali (Shuyùkh) dell’Islam. Ognuno trarrà poi le proprie riflessioni, e deciderà liberamente come utilizzare questi insegnamenti, perché come insegna Allàh nel Corano:

«Non c’è costrizione nella Religione (là ikràha fì d-Dìn[2].

 

INSEGNAMENTI DAL CORANO

Allàh cosi parla ai Credenti (mu’minùn)

Corano«In verità i credenti sono fratelli (innamà al-mu’minùna ikhwatun): portate quindi la Pace tra i vostri fratelli e temete Allah. Forse vi sarà usata misericordia. O credenti, non scherniscano alcuni di voi gli altri, ché forse questi sono migliori di loro. E le donne non scherniscano altre donne, ché forse queste sono migliori di loro. Non diffamatevi a vicenda e non datevi nomignoli. Com’è infame l’accusa di iniquità rivolta a chi è credente! Coloro che non si pentono sono gli iniqui. O credenti, evitate di far troppe illazioni (zanna), ché una parte dell’illazione è peccato. Non vi spiate e non sparlate gli uni degli altri. Qualcuno di voi mangerebbe la carne del suo fratello morto? Ne avreste anzi orrore! Temete Allah! Allah sempre accetta il pentimento, è misericordioso»[3].

Allàh dice chiaramente che i credenti sono fratelli tra loro, e perciò li invita ad essere portatori tra di loro di un saluto di Pace (Salàm), e non di guerra o di divisione, come purtroppo sempre più succede ai nostri giorni. Invita al rispetto reciproco, a non schernire un fratello e tanto meno a diffamarlo. E ancora, cosa molto importante, Dio ci mette in guardia sul non fare troppi pensieri, troppe supposizioni, troppe illazioni sui fratelli, perché ciò porta al peccato. Le troppe illazioni portano ad attribuire ad un fratello cose malevoli e non veritiere, frutto solo di nostre creazioni mentali, e non di atti esteriori che abbiamo visto compiere effettivamente dal fratello, come invece dovrebbe essere. Il fare supposizioni sugli altri, apre una porta molto pericolosa dalla quale può entrare la diffamazione, l’inimicizia, l’astio, e infine la rottura del rapporto amichevole e fraterno, che invece dovrebbe essere sviluppato tra gli esseri umani.

Allàh l’Altissimo parla anche  atutti gli uomini (nàs)

corano«O uomini (Yà ayyuhà an-nàs), in verità Noi vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi popoli vari e tribù, affinché vi conosciate a vicenda. In verità presso Allàh, il più nobile [il più degno di onore] tra di voi è colui che ha più timore (taqwà) di Dio. In verità Allah è Sapiente, ben informato»[4].

Allàh ricorda a tutti gli uomini (uomini e donne) che se essi trovano attorno a loro delle diversità di popoli, di razze, di colore della pelle, di culture, di modi di vita, di pensiero, ecctera è perché Lui, che è il nostro Creatore, ha voluto e decretato che sia così. Forse in questo Suo disegno ci invita a riflettere su questi Suoi Segni ed intravedere la Sua Grandezza e la Sua Magnificenza e la Sua Illimitatezza nel creare ciò che vuole, e come Egli vuole. Allàh comunque ci dice poi chiaramente il perché ha creato queste diversità e cioè: «perché noi ci si conosca a vicenda». In questo Suo scopo troviamo due istruzioni molto importanti: 1) Un chiaro invito a sviluppare la “conoscenza” per non rimanere nell’ignoranza; 2) Ad aprirsi ed avvicinarsi “vicendevolmente” gli uni agli altri.

Conoscenza e vicinanza, il contrario, cioè, di ignoranza e lontananza. Se si rimane nell’ignoranza, è risaputo che sorge automatico e quasi istintivo respingere e rifuggire da ciò che non si conosce. Questo atteggiamento sviluppa però l’individualismo, il rinchiudersi in se stessi, e ci preclude l’accettazione del diverso. La fratellanza perciò richiede: “Conoscenza” e “Vicinanza”.

corano_libropaceAllàh l’Altissimo, ci dice poi qual è il ‘segno’ che distingue chi vale più di un altro, e non si tratta di cose esteriori dell’uomo, i beni materiali che esso possiede, ma bensì di cose “interiori” all’uomo, e di ciò che c’è nel suo cuore e cioè:  «il timore di Allàh (taqwà)». Il timore di Allàh comporta il ricercare la soddisfazione di Allàh, e la fratellanza e l’amicizia con le Sue creature va certamente in questa direzione.

Dice ancora Allàh: «Aiutatevi l’un l’altro nella pietà e nel timore di Dio»[5].

E ancora: «Adorate Allah e non associateGli nulla; e ancora si abbia perfetta bontà nei confronti dei genitori, dei parenti, degli orfani, dei poveri, del vicino che vi è parente, e del vicino che vi è estraneo, di chi è compagno, del viandante, e di ciò che posseggono le vostre destre. In verità Allàh non ama l’insolente, il vanaglorioso»[6].

Note:

[1] Il termine fitna (plurale fitan) designa in maniera del tutto generale il ‘disordine’ che è causato dagli uomini in diversi ambiti a causa dell’oblio dei principi tradizionali, e i relativi ‘turbamenti’ che inevitabilmente si scatenano, in maniera spesso incontrollabile. Al livello dei rapporti tra i sessi, la fitna è l’azione di ‘seduzione’ che una persona esercita su altri a causa della sua bellezza e del suo fascino (o della sua malizia), e che provoca ‘turbamento’ nella misura in cui si attua al di fuori di quanto è lecito ed opportuno; in campo politico o sociale, la fitna è la ‘sedizione’, designando ciò che viene posto in essere per sovvertire l’ordine e rivoluzionare i rapporti sociali, quando ciò non sia giustificato dalle disposizioni tradizionali che in casi estremi permettono ai credenti di ribellarsi a chi detiene la sovranità; nella Religione, la fìtna si identifica all’azione di alterazione dei principi, e finanche di profanazione, esercitata dalle sette e dai gruppi che rifiutano l’Ortodossia tradizionale.

[2] Corano Sura al-Baqara 2:256.

[3] Corano Sura Hujuràt 49:10-11-12.

[4] Corano Sura Hujuràt 49:13.

[5] Corano Sura Al-Maida 5:2.

[6] Corano Sura An-Nisà 4:36.

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