Il paradosso apparente: l’alleanza tra Progressismo laicista e Islamismo democratico
di Enrico Galoppini
Quando c’è una guerra in corso, ma anche dopo la conclusione delle ostilità, esiste un sistema vecchio come il cucco per infamare senza possibilità d’appello il nemico, anche quando, sconfitto, non ha più alcuna possibilità di difendersi dalle ingiurie: attribuirgli per intero la responsabilità delle vittime e delle sofferenze che quella guerra sta provocando o ha provocato.
Siria 2011-2016: chi parteggia per la “ribellione” mette sulla coscienza del “tiranno” e del “regime” tutta la contabilità dei morti e delle distruzioni. La sua colpa? Non essersi arreso immediatamente alla “primavera araba” ed aver dato battaglia!
Italia 1945-2016: da oltre settant’anni questa “Repubblica antifascista nata dalla Resistenza” addebita sul conto di Mussolini e del Fascismo (e del suo alleato tedesco) i milioni di morti dell’immane conflitto passato alla storia come Seconda guerra mondiale.
Ciò, oltre ad essere assurdo, ridicolo e falso, costituisce un “mito incapacitante” per noi stessi italiani, considerata la condizione di occupazione militare, politica, economica e culturale nella quale ci costringono i “liberatori”, i quali hanno tutto l’interesse che la massa dei nostri connazionali si mantenga convinta delle ragioni di un perpetuo e rituale “antifascismo in assenza di Fascismo”. Ovviamente, lo status di colonia stabilito settant’anni or sono e mai più revocato, ed anzi rafforzato in ogni campo, dev’essere un “dettaglio” di poco conto, o addirittura una “fantasia” o una “fissa” di qualche irredimibile “fascista”, per tutto il variegato parterre di maggiordomi della colonia-Italia.
Non sorprende affatto, perciò, che lo stesso trucco propagandistico venga applicato al “regime siriano” in guerra contro chi vorrebbe “liberare” la Siria ed il suo popolo con metodi sovversivi e violenti, pianificati da dentro e da fuori. Come sorprende ancor meno che dalla parte dei “ribelli” si trovino anche uniti (idealmente e non solo), in una sorta di Armata Brancaleone (che però non fa ridere!), persone e ambienti che su ogni altra cosa non hanno nulla da spartire: dagli adoratori della “democrazia” parlamentare e dei “diritti dell’uomo” (persino in salsa “gender”) ai fanatici ed esclusivisti religiosi col takfîr (“scomunica”) automatico ed il facile coltello alla gola.
C’è un punto, infatti, sul quale gli accusatori a senso unico e del Fascismo italiano e del Ba’th siriano sono assolutamente concordi ed affini: l’”antifascismo”. Il quale, accomunando italiani ed immigrati nel Bel Paese desiderosi di “integrarsi”, si conferma come la vera ideologia “negativa” mondiale a sostegno dello strapotere dell’America e della sua cosiddetta “civiltà” basata sulla negazione dei diritti di Dio (huqûq Allâh). Che pure certi musulmani novelli “antifascisti”, i quali leggono nel Corano inequivocabili riferimenti ad essi, dovrebbero sempre anteporre rispetto a quelli di qualche pretesa “idea” a loro cara, quand’anche la s’intendesse nobilitare verniciandola d’Islam.
Le suggestioni della propria epoca, purtroppo, fanno dei brutti scherzi anche a chi non è affatto impreparato né sprovveduto per bersi tutte le favole della “democrazia” (compresa quella “islamica”). Il che, unito alla smania di volersi proporre come “guide” e ad un “ribellismo” contro l’autorità senza sapere dove si va a finire, costringe ad una partigianeria che obnubila ogni capacità di analisi che vada oltre l’emotività.
Il tutto unito alla completa ignoranza di che cosa sia l’interesse nazionale e l’amor di Patria, anteponendo a ciò il trionfo planetario di un’ideologia (che come tutte le ideologie deve andar bene a tutto e tutti, per forza), non può che produrre una generazione di persone poco affidabili, a dispetto di tutto il loro fare “conciliante” sfoderato in ogni occasione.
Si tratta, dunque, di “partigiani” nel vero senso del termine, il che è in definitiva coerente con la loro mentalità “antifascista”. Che ancora dizionario etimologico alla mano traduce il loro orrore per ogni concordia ed ogni collaborazione, privilegiando lo spirito di fazione e il settarismo.
In definitiva, chi ha una mentalità “antifascista” sposa le proteste degli “islamisti” perché, orfano del mito della “rivoluzione”, ed avendolo ciccato in pieno con la bandiera rossa, s’abbarbica al cosiddetto “Islam politico” affinché questo lo realizzi prima nel mondo arabo-islamico e poi, al culmine dell’odio di sé, anche in Italia e in Europa. Il “migrante” (islamista) riuscirà dove ha fallito il “proletario”!
Le analogie non finiscono qui: gli “islamisti” hanno assimilato alla perfezione la lezione “gramsciana” sull’egemonia culturale, perciò in Italia e in Europa, grazie alla disponibilità dei “progressisti”, hanno occupato col passare del tempo ogni spazio nella “rappresentanza” dell’Islam, al punto che per il profano di queste materie, al quale basta vedere un “imam” o una “donna velata” per farsi venire un ‘orgasmo multiculturale’, un qualsiasi “islamista” double-face (nel senso che cambia atteggiamento a seconda del contesto) equivale a “musulmano” e dunque ad autentico “rappresentante dell’Islam”.
Questa, in sintesi, se proprio non si vuol andare a scomodare ciò che avviene “dietro le quinte” degli accordi sottobanco e delle “affiliazioni”, è la ragione di un apparente paradosso: l’alleanza tra il progressismo laicista ed il cosiddetto “Islamismo democratico”, che sposando tatticamente la ‘mistica’ delle consultazioni elettorali multipartitiche risulta gradito a chi ancora crede ad una “sovranità popolare” sancita dagli esiti delle urne.
Il laicismo progressista di questi impensabili alleati dell’Islam più politicizzato è poi di fatto puramente tattico, in quanto, non potendosi mai espungere del tutto dal Politico un atteggiamento “religioso”, la loro azione è finalizzata alla sostituzione di una religione (odiata) con un’altra, giusto per fare un dispetto alla prima. Dei completi incoscienti, nel vero senso del termine, tant’è che la loro insana agitazione li potrebbe porre di fronte, in futuro prossimo venturo, ad una situazione per essi sgradevole, da far rimpiangere loro la religione cristiana “oscurantista” e “retrograda”.
Dall’altra parte, a completamento di questo indecente teatrino, c’è la cosiddetta “destra” (ma anche il nuovo “populismo”), che non avendo capito nulla in fatto di Islam e di Tradizione in genere (anche se avrebbe potuto farlo in quanto almeno le buone letture ci sarebbero state) s’è incaponita a vedere nei musulmani le mosche cocchiere di un “fascismo islamico” propagandato peraltro, ai vari livelli “alto” e “divulgativo”, sia da “pontefici” della “cultura progressista” sia da patetici individui ex-contestatori e sessantottini che ripudiati(si) dalla sinistra hanno trovato accoglienza presso una “destra” alla completa bancarotta intellettuale.
Come si può facilmente constatare, l’antifascismo accomuna tutti quanti: il progressista paladino della cosiddetta “accoglienza”; l’immigrato che vuole “integrarsi”; l’“attivista” coinvolto nelle “Primavere arabe” e nell’Islam politico democratizzante (Assad è “fascista”, al-Sisi è “fascista”, Gheddafi era “fascista” eccetera); e pure il destrorso ed il populista, che accusano ad intermittenza ora i “regimi arabi” come quello siriano ora l’Islam tout court nientemeno che di… “fascismo”!
L’antifascismo si dimostra così, oltre all’ideologia unificante di tutte le posizioni ammesse e “rispettabili” oggigiorno, come la leva di forze apparentemente antitetiche ma in realtà solidali nel sovvertire un ordine di cose per sostituirgliene un altro. Un mondo cosiddetto “globale” nel quale, come il lupo che pascola con l’agnello, il “laico” rispetterà il “religioso” e viceversa, in una specie di sistema utopico dove tutte le identità e le differenze saranno smussate in nome della “tolleranza” e del “rispetto”. Il mondo della libertà (dal “fascismo” eterno), dell’eguaglianza (di fronte ad un simulacro d’Iddio) e della fraternità (puramente “laica” anche quando è verniciata di “religione”).
“Musulmani” che accetteranno i “matrimoni gay”, così come “laici” e “progressisti” che, in nome del “relativismo”, accetteranno qualsiasi porcheria spacciata per “Islam” (“aggiornato” e “al passo coi tempi”!). E tutti ad adorare le elezioni, i partiti, nonché il “dibattito” su tutto. Tutti allo stesso modo incollati alla televisione (Aljazeera come RaiSet) per farsi fabbricare le idee su qualsiasi cosa. La comune esaltazione dell’individuo, coi suoi “diritti”, e del “femminismo” (persino “islamico”). Tutti accomunati dalla caccia perpetua al “cattivo”, cioè al “fascista” annidatosi da qualche parte o che si staglia minaccioso all’orizzonte a perturbare la “pace mondiale” (l’Iran, per esempio). Tutti eternamente grati all’America per le sue “liberazioni”, in un 25 aprile perpetuo, da Roma al Cairo, da Berlino a Baghdad.
Tutti infatuati dagli smart phone e dalla tecnologia che “libera”.
Tutti indifferenti al senso dello Stato, all’idea di Stato, ma contrattualmente felici di essere dei “bravi cittadini”, per i quali infrangere il “contratto sociale” è più grave che risultare sgraditi a Dio.
Tutti felici di essere governati dal primo che salta fuori (“uno vale uno”), quando il democratismo più dissennato ed acritico incontra il neo-kharigismo (è noto che per i kharijiti il califfo poteva, anzi doveva, essere “il migliore”, foss’anche uno schiavo nero).
Di che sorprendersi, dunque, se qualche “arabo” in campagna elettorale comincia ad esprimere posizioni “revisioniste” sulla Palestina e il “diritto di esistere” dello Stato israeliano sfoderando attestazioni di rituale “antifascismo”? Non si è capito, forse, che la regola numero uno è “adeguarsi” e capire al più presto “l’antifona”?
Anche questa è “integrazione”! E questa è, in definitiva, la spiegazione di un paradosso apparente: l’alleanza tra Progressismo laicista e Islamismo democratico.
Grazie Enrico, con questa tua analisi, inedita, ben approfondita e condivisibile, ho avuto risposta a una mia domanda (che era ancora senza risposta): “ma cosa hanno in comune i musulmani (credenti in Dio) che votano PD o addirittura si mettono nelle liste politiche del partito PD (ex PCI) (non credenti in Dio) e si alleano con loro?”
Un mio conoscente del Ghana, una brava persona, musulmano e in Italia da molti anni e sposato con una donna italiana, tempo fa mi ha detto: io ho sempre votato a sinistra, PD (e P.C.I.) ma ora che questi accettano i matrimoni tra gli omosessuali, cosa chiaramente condannata dall’Islam (ma anche dal Cristianesimo), mi pongo dei seri problemi morali e religiosi e mi chiedo se è giusto che continui a votare PD.
Gli ho risposto: è una buona riflessione…
Ancora grazie.
Se i nostri immigrati si orientano a ” sinistra”, di che meravigliarsi, visto che a ” destra” ( v. “Libero”, il ” Giornale”, Lega Nord ecc. ) li attaccano di continuo ?
Non che a ” sinistra” vi sia una qualche contiguità ideologica con loro ( ma figuriamoci !! ) , solo che lì sono più furbi, come quando parlano dell’estensione del diritto di voto, aspirano a ottenerne il consenso elettorale.