Benvenuto Dr. Frankenstein!

di Enrico Galoppini

frankensteinDa un po’ di tempo si sente dire che presto sarà possibile il trapianto più incredibile che si possa concepire: quello della testa.

La questione sta così. Chi avrà un corpo completamente da buttare via si vedrà salvata la sola testa, che verrà incollata su un altro corpo offerto da un “donatore”.

Le implicazioni “etiche” (in realtà, filosofiche) di un’operazione simile sono facilmente intuibili, in fin dei conti ciò estremizzando il problema rappresentato da tutti gli altri trapianti, i quali comportano – non lo si dimentichi mai – espianti di organi a cuore battente.

Per questo si sono dovuti inventare il concetto di “morte cerebrale”.

Anche nel caso della “donazione di corpo”, in linea con la suddetta astruseria paralegale, naturalmente il cuore del donatore batterà ancora. Ma gli si andrà ad attaccare la testa di un’altra persona, temporaneamente “congelata” in attesa dell’innesto sul corpo del donatore.

Ma facciamo un po’ d’ordine in questo guazzabuglio. Chi “vive”? Chi “muore”?

La sola testa sarà quella che resterà ufficialmente “viva”, in quanto sarebbe la testa, col cervello, ed anche la faccia coi suoi tratti somatici, a contare più di ogni altra cosa nella definizione di ciò che “vive” e ciò che “muore”.

Mentre è in verità è il cuore quello che conta, altrimenti non si sarebbero inventati la “morte cerebrale” e gli espianti di organi “a cuore battente”.

Ora, per quanto riguarda la “morte” (a cuore battente!) del donatore di un intero corpo, è evidente che si presentano alcuni seri interrogativi, perché di tutta la sua persona rimarrà come “cadavere” la sola capoccia!

La cosa fa un po’ ridere, ma essendo questo tipo di trapianto talmente estremo, al punto che la parte donata è notevolmente più estesa della parte di chi riceve la donazione, c’è da porsi la domanda sulla fine che farà la testa “morta”… Verranno approntare delle mini bare di forma cubica? La si cremerà e via? Se ne farà una tsantsa per gli istituti di antropologia culturale?

E perché mai non potrebbe essere obiettato che è la persona del corpo “donato” a continuare a vivere grazie ad una donazione di testa? Tutto è possibile quando la logica e il buon senso vengono strapazzati oltre ogni limite.

Quanto al ricevente l’intero corpo, chiarito che i soliti “psicologi” lo aiuteranno a superare le difficoltà inerenti la non trascurabile novità, c’è da dire che non è esclusa – sempre in nome dei “diritti dell’individuo” – la possibilità di impiantare sulla testa di un uomo il corpo di una donna, e viceversa, col che assisteremmo ad autentiche mostruosità.

E, una volta abituati all’idea di trapianti di organi di animali, chi potrebbe fermare chi operasse l’assemblaggio di pezzi di uomo con pezzi di animali? Dio ci scampi e liberi dai “comitati di bioetica”… i quali hanno l’unica funzione di far digerire, sfruttando il fattore tempo, l’indigeribile.

I peggiori incubi si affacciano così in questo mondo, preceduti dagli immancabili “inni alla vita” di un essere umano che, giocando a fare il Padreterno, mette in opera patetici ed inquietanti tentativi di nascondere la sua natura limitata, anche per quanto riguarda il tempo che gli è stato dato di vivere quaggiù.

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