I mirabolanti “reportage” da Teheran del giornalismo italiano

di Spectator

Did-Iran-block-Rich-Kids-of-Tehran-Instagram-accountA volte ti fanno rimpiangere Oriana Fallaci. La “reporter”, s’intende.

Questo è l’ultimo “reportage da Teheran” pubblicato dall’Ansa: Dor-Dor, come conoscersi tra ragazzi a Teheran. Scambio bigliettini e numeri dall’auto per darsi appuntamento.

I soliti “giovani” che vogliono “divertirsi” e “conoscersi”. La solita “bella gente” che non vede l’ora di cavalcare la nuova Onda Verde…

E anche delle frecciate velenose quando l’inviata definisce “pretenziosi palazzoni” edifici in costruzione di dieci-quindici piani. Perché, il Torch Tower di Dubai – “torre residenziale” che, ironia della sorte, ha preso fuoco (!) – alto quasi 350 metri, non è un pochino “pretenzioso”!? Insomma, i grattacieli sono fantastici se si trovano negli Usa o negli Emirati, ma se in Iran costruiscono palazzi alti bisogna specificare il proprio disappunto con una “Ndr”.

Anche i “cocktail analcolici” vengono inframmezzati nel resoconto come per dire: “Poveracci, vorrebbero divertirsi davvero ma non possono”. E comunque si badi bene che la “Teheran bene” s’incontra in locali simili in tutto e per tutto ai… “fast food”. Quindi: “i giovani iraniani” vogliono l’America.

Peccato che ci sono quei rompiballe oscurantisti dei Pasdaran, della “buoncostume”…

Luciana Borsatti: annotiamoci questo nome perché ne risentiremo parlare.

Una rapida ricerca su internet dà subito dei risultati significativi che confermano il perché di questa predilezione per “il nuovo che avanza” in Medio Oriente.

Un libro sulla mitica “Piazza Tahrir”. La “speranza” fallita della “esportazione della democrazia” nel mondo arabo e l’attesa messianica della “seconda rivoluzione”, che finalmente, con le prossime piene del Nilo, porterà le agognate “libertà” e “democrazia”.

Invito-Egitto-409x580Vediamo chi sono i partecipanti ad una presentazione coordinata da “Corrente Rosa”.
Non manca nessuno: l’Ansa, Khaled Chaouki del Pd, l’American University al Cairo, lo IAI.

Lo stesso libro è presentato con il Cospe, una Ong “together for change“.

Anche l’Egitto doveva “cambiare”. Ma è cambiato un paio di volte in meno d’un anno.

La “deposizione di Morsi” per qualcuno (l’America) è stata una mezza débâcle. Per gli integralisti della “democrazia” e dei “diritti umani”, che non vedevano l’ora di vedere all’opera “l’Islam democratico”, una mezza delusione, per quello che poteva essere e non è stato, ma anche per l’epilogo, perché non è piaciuto molto veder deposto un “presidente eletto”. Ah, “l’esito delle urne”, “la volontà popolare”!

Al-Sisi poi, un “militare”, piace ancor meno perché bisogna essere “pacifisti”. E non sarà troppo “amico di Putin”? Non si smette così di sperare, ardentemente, nella “seconda rivoluzione”… che sia la volta buona?

perdersi_teheranMa torniamo nella capitale iraniana: cosa interessa fondamentalmente all’inviata dell’Ansa? “Perdersi a Teheran”. E anche stavolta stilettate sulla “censura”, il “conformismo morale”, la “coercizione” della Repubblica Islamica. E una “folla di arricchiti senza scrupoli” che naturalmente nessuno ha mai visto nelle… Petromonarchie coi grattacieli più alti del mondo, le donne (le donneee!!!) che non guidano (altro che “bigliettini del Dor-Dor”) e gli immigrati trattati come schiavi.

Macché, nel Golfo va sempre tutto bene, mica come in Siria, dove anche le “soap opera” sono una “fabbrica del consenso per l’Assad riformista” (“riformista” in senso ironico, perché tutte queste “rosa-correnti” l’avrebbero visto volentieri fatto fuori, a favore dei Fratelli Musulmani o di qualche Baradei o “blogger” siriano).

Interessanti anche produzioni precedenti della medesima “reporter”, che riconducono alla successiva passione per le “Lolite di Teheran”. Si risale ad una ricerca su un caso, in Carnia, di donne “isterodemonopatiche”. Donne sull’orlo di una crisi di nervi, donne vittime della società, donne che col chador vorrebbero strozzare qualche mullah.

Ma forse una speranza c’è ancora, anche per le nuove aspiranti Botteri-Maggioni-Goracci: l’interesse per il Sufismo, come antidoto contro “l’estremismo islamico”. Se però tutto l’interesse per la “mistica islamica” si riduce alla “discesa in campo” di qualche “sufi”, allora non si siamo proprio. Questo sito ha già espresso la sua opinione al riguardo.

Non ci resta che piangere. O forse rassegnarsi a “fare Dor-Dor” tra i corridoi nell’Ansa, dove se gli ordini di scuderia sono quelli che commissionano simili “reportage” c’è da star certi che la “censura”, il “conformismo morale” e la “coercizione” regnino incontrastati. Ma niente numeri di telefono sui “bigliettini”: solo un accorato invito a trattare di cose un attimo più serie e con meno partigianeria.

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