Dire pane al pane anche a Panebianco

di Antonio De Martini

panebianco1Non leggo le dotte pandette dei fondisti del Corsera dal 1993, anno in cui Galli della Loggia si dichiarò contrario “per principio” alla candidatura da me lanciata del generale Angioni a sindaco di Roma.

Me lo disse all’edicola di Corso Trieste dove compravamo il giornale e poi scappò via come temesse di essere picchiato.

Mi dicono però che Panebianco si sia dichiarato favorevole all’intervento miliare in Libia.

È consapevole il professore che oltre ai soliti profughi avremmo il mezzo milione di sfollati libici che verranno da noi?

È consapevole il professore che i flussi di petrolio si sono ridotti di tre quarti e gli impianti sono stati dati alle fiamme sia a Ras Lanouf che a Tripoli?

È consapevole il professore che l’economia è praticamente crollata e al paese servono 3,5 miliardi di dollari al mese per sopravvivere?

È consapevole che dal 1954 in poi (Dien Bien Phu) nessuna invasione occidentale è stata baciata dal successo?

No, non credo. Tanto in guerra non andrà certo suo figlio.

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