Franco Cardini, Istanbul. Seduttrice, conquistatrice, sovrana, Il Mulino, Bologna 2014

di Enrico Galoppini

cardini_istanbulLa bibliografia dei testi disponibili in lingua italiana dedicati a Istanbul si arricchisce di un nuovo libro che, nelle intenzioni del suo autore, Franco Cardini, non è né un libro di storia né una guida di viaggio.

I volumi sin qui pubblicati sono, infatti, o studi di carattere storico o percorsi turistici più o meno approfonditi e ricercati1.

In questo caso, invece, il noto studioso fiorentino, che s’era già cimentato con un altro testo dalla medesima impostazione ‘ibrida’ (Gerusalemme. Una storia, Il Mulino, Bologna 2012), ha inteso vergare delle pagine in grado di accontentare sia l’appassionato di storia sia il viaggiatore in cerca di cultura e d’emozioni.

Un viaggiatore che potrebbe starsene comodamente seduto sulla poltrona, gustandosi così la compagnia virtuale d’un accompagnatore d’eccezione, tali e tanti sono gli spunti offerti dal Cardini. Il quale, naturalmente, si rivolge anche e soprattutto al turista vero e proprio, sebbene un tipo particolare, quello “mordi e fuggi”, lo stesso Cardini lo metta in guardia fin dal principio dal non credere di aver esaurito la visita della città nel tempo ristretto d’un tipico “weekend”.

Ma per prima cosa, questo libro che esplora il mito e la storia di una città “fatale” posta, non solo geograficamente, tra Oriente e Occidente, è un invito non eludibile a recarsi colà, per comprendere meglio non solo la Turchia moderna, di cui Istanbul rimane per molti aspetti la capitale di fatto, ma anche qualcosa di più e di meno stereotipato sulla “nostra” storia occidentale, in quanto Costantinopoli (e prima ancora Bisanzio) ha a che fare con le nostre “radici” più di quanto possa pretenderlo una delle metropoli dell’estremo occidente come New York.

Ed è proprio sulla contrapposizione ideale tra “la Grande mela”, New York, e la “Mela rossa”, Costantinopoli, che il lettore più attento dell’ennesima fatica cardiniana potrebbe arguire la differenza fondamentale tra una città che, una volta ‘colta’ dall’albero, ebbe il potere di donare ai sultani ottomani una simbolica signoria sull’Oriente e l’Occidente, ed una metropoli disanimata assurta ad emblema della modernità di tutti gli appassionati dell’american way of life.

A Istanbul, sebbene non sia più la stessa “multiculturale” di almeno un secolo fa osservata e narrata da De Amicis, né quella visitata per la prima volta dall’Autore nei primi anni Settanta, si fa comunque ancora fatica ad abbandonarsi alle sirene del mondo moderno.

istanbulAltre sirene – quelle dei ferry boat che solcano le acque del Bosforo – carezzano le orecchie del visitatore, che non saprà sfuggire ad un’altra ‘musica’, quella dei minareti delle moschee il cui profilo, specie al tramonto, è come un punto fermo dell’immaginario esotista ed orientalista che – in un gioco di specchi – è parte integrante della cosiddetta “identità occidentale”.

Cardini, alternando dotte divagazioni storiche a consigli pratici su come gustare al meglio il fascino della “Seconda Roma”, rievoca col sicuro piglio dello storico e del collaudato frequentatore dei più reconditi angoli della città pagine fondamentali dell’irripetibile vicenda di questa metropoli così ricca di suggestioni ma anche di slancio verso il futuro, tanto da inserirla senza alcun tentennamento in un elenco delle città più belle del mondo.

Quale sia la più bella, nessuno può dirlo.

Di sicuro c’è che prestare ascolto alla proposta di Franco Cardini, e cioè di seguirlo nella “sua” Istanbul, fornirà al lettore – viaggiatore o meno – l’opportunità di apprezzare la profondità e l’unicità della storia di questa città, che tra incendi e terremoti, conquiste e congiure di palazzo, ha sempre mantenuto un suo carattere specifico che ne fa, a pieno titolo, un ponte d’Eurasia.

  1. Sorvolando sulle guide di viaggio, tra gli altri citiamo, in ordine di pubblicazione in Italia: R. Mantran, La vita quotidiana a Costantinopoli ai tempi di Solimano il Magnifico, Rizzoli, Milano 1985; P. Mansel, Splendore e declino della capitale dell’Impero ottomano, 1453-1924, Mondadori, Milano 1997; R. Mantran, Istanbul, Salerno, Roma 1998; B. Lewis, La Sublime Porta. Istanbul e la civiltà ottomana, Lindau, Torino 2007; K. Kreiser, Storia di Istanbul, Il Mulino, Bologna 2012.

 

Fonte: “Eurasia”, 3/2015, pp. 153-154.

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