Presenze naziste in Argentina… chissà perché!

di Enrico Galoppini

Cristina-KirchnerSto notando una strana insistenza, sui media ufficiali, al riguardo di nuove scoperte riguardanti la “fuga di gerarchi nazisti” operata o, semplicemente pianificata, durante la Seconda guerra mondiale oppure dopo il rovinoso crollo del Terzo Reich.

Destinazione della fuga, l’Argentina.

Deduzione immediata del pubblico ammaestrato: c’è qualcosa che non va negli argentini. Che siano un poco “nazisti” anche loro?

È probabilmente questo sillogismo che si vuole attivare, col papa argentino che, in mezzo a scivoloni modernisti, probabilmente non si sta prestando al gioco di certe lobby. E c’è anche il miracolo eucaristico di cui ha dato conto, con un recente libro, Maurizio Blondet.

Ma è molto più plausibile che il bersaglio di questa operazione di guerra psicologica, che va a rivangare le storie di Priebke, di Eichmann e addirittura quelle, oltre la fantascienza, su Hitler che avrebbe trovato rifugio in Patagonia, sia “la Presidenta” Cristina Kirchner, che ha tenuto botta alla grande a tutte le intimidazioni provenienti dalla più perfida ed invasiva delle lobby.

La quale, essendosi messa in testa che la Kirchner avrebbe a che fare con la morte del procuratore federale Alberto Nisman che “indagava” sul sanguinoso attentato del 1994, a Buenos Aires, alla sede di un’istituzione ebraica, senza la benché minima prova certa ha sempre accusato l’Iran e Hezbollah.

Accusati ovviamente da parte ebraica, cioè israeliana, ché l’Argentina, in specie con la Kirchner, s’è guardata bene dal rovinare proficue relazioni, soprattutto sotto il profilo economico e commerciale, con un grande ed importante paese, l’Iran, per dare seguito alle farneticazioni della ben poco significativa base politico-territoriale del movimento sionista denominata “Stato d’Israele”.

yo_soy_nismanHanno messo in moto la solita “macchina del fango” con pentolame e cartellonistica ad uso e consumo dei (loro) media.

La Kirchner non solo non s’è calata le braghe, ma ha rincarato la dose, affermando perentoriamente che Lorsignori potevano mettersi il cuore in pace e che mai e poi mai provocherà un danno secco alla sua nazione per fare un favore ad un manipolo di trafficoni che, con la scusa dell’“antisemitismo” (e senza avere il benché minimo scrupolo per la vita degli stessi ebrei comuni, sia chiaro), si sentono in dovere di poter ficcare il naso in ogni dove imponendo gli amici ed i nemici.

Come andrà a finire non lo sappiamo, ma di certo c’è che sentiremo parlare ancora di “nazisti in fuga in Argentina”.

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