“Je suis Craxi”!

di Enrico Galoppini

tomba_craxi_hammametIn quest’Italia invertebrata, senz’anima e senza memoria (se non quella impostaci a senso unico da appositi “gendarmi”), i quindici anni dalla scomparsa, in esilio, dell’ultimo statista italiano degno di questo nome, Bettino Craxi, passeranno, come c’è da attendersi, nel completo dimenticatoio.

Al massimo, assisteremo alla solita sequela di maldicenze alimentata dai forcaioli della “sinistra”, dal “partito delle manette” e dagli autonominatisi guardiani della “questione morale” diretti eredi del berlinguerismo (con la “destra” incapace di andare oltre la partigianeria della polemica col suo preteso “opposto”).

“Post-comunisti” e praticamente post-tutto, in rotta verso il nulla, che ripeteranno la loro litania sull’ex segretario del PSI: un “ladro”, simbolo di una classe politica che era meglio perderla che trovarla, macchiatosi oltretutto dell’infamia della “fuga” nel paradiso dorato di Hammamet.

E che doveva fare uno che aveva capito completamente cosa stava accadendo non solo a lui e al PSI, ma all’intera classe dirigente di una Nazione? Un politico che aveva compreso l’obiettivo di quella “moralizzazione” a colpi di avvisi di garanzia: papparsi quel succulento boccone chiamato Italia.

Doveva restare in Italia a sopportare, più di quanto avesse già fatto, una gogna infinita che sarebbe potuta terminare, qualora egli fosse riuscito a togliersi di dosso i panni del “capro espiatorio”, con il classico caffè avvelenato?

Forse tutti questi corifei delle supreme prerogative delle “procure”, quasi che per essi il “governo ideale” consistesse in quello “dei giudici”, pensano che in Italia siamo tutti con l’anello al naso. Cioè, che nessuno è in grado di fare due più due: Hammamet sta in Tunisia, e in Tunisia, dove avrebbe governato dal 1987 il “nostro” dittatore Ben ‘Ali, aveva trovato base, dal 1982, il simbolo del “terrorismo arabo” di tutti gli anni Settanta e Ottanta: l’OLP di Yaser ‘Arafat.

craxi_duceSono gli anni di Bettino Craxi presidente del Consiglio, disegnato da Forattini con gli stivaloni e le pose da Duce. Che curiosità: il vero nome di Craxi era Benedetto, e… Benito, in spagnolo significa Benedetto! Gli anni veramente benedetti del benessere diffuso e di una classe media col vento in poppa; quelli di Sigonella, quando avvenne l’inimmaginabile per questa genia di felloni che ci governa da quando siamo stati “moralizzati” per forza: i Carabinieri circondarono i Marines, imponendo il rispetto della sovranità nazionale.

Sono gli anni della politica filo-araba di Andreotti, che proseguiva quella di Mattei e Moro. Una politica, quella in linea con i nostri interessi geopolitici e geoeconomici nello scacchiere mediterraneo e mediorientale, che deve “portare male” se condotta con determinazione e “irriverenza” verso il nostro grande “alleato” ed il suo cane da guardia regionale, Israele, che questa “Seconda Repubblica” riverisce senza tregua genuflettendosi per “colpe” mai avute, e pigliandosi, come contropartita, solo disprezzo e provocazioni.

Craxi e Andreotti, uno con le “tangenti”, l’altro con “la Mafia”, saranno tolti di mezzo come avevano fatto, con mezzi più spicci, con altri due patrioti che avevano difeso fondamentali prerogative della sovranità di uno Stato: una politica energetica autonoma ed una politica monetaria anti-usurocratica (i famosi biglietti di Stato a corso legale da 500 lire, ritirati dopo l’eliminazione di Aldo Moro da parte dei cosiddetti “paladini del proletariato”).

craxi_congresso1Se a questo aggiungiamo la loro opposizione alla svendita del patrimonio delle aziende partecipate dello Stato (i “carrozzoni”) e la strenua difesa della grande industria strategica dagli attacchi dei grossi gruppi affaristici privati, ci siamo detti tutto.

Altro che “bacio mafioso”, altro che “corruzione”!

Italiani, fatevi furbi. Smettetela di tirare le monetine al primo che i “media” vi additano come la causa dei vostri mali. E piantatela di perdere tempo con le “vignette” pensando di “essere” a comando quello che non siete. Questo 19 gennaio, per una volta, fate almeno un pensiero anticonformista: Je suis Craxi!

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There are 3 comments for this article
  1. BENNATO BENNATI at 9:09 am

    Piaccia o non piaccia l’uomo , analoga sorte toccò a Berlusconi, vittima del colpo di stato in cui concorsero poteri interni ed esterni ( la cui colpa quanto a quest’ultimi , era da ricercarsi nei rapporti con Putin e Gheddafi e in una certa libertà di giudizio verso suoi omologhi europei ; e ,quanto ai primi, nella sua capacità di ” bruciare” le sinistre in prossimità del traguardo di ogni competizione elettorale).
    Berlusconi doveva morire od essere invalidato , come stavano a provare i ” rumors” su di un prossimo arresto ( peraltro legato a motivi risibili , quali i suoi rapporti con ” escort” ecc ) , ma poi un qualche intervento dall’alto ( da molto in alto ) deve avere fermato il tutto, per non creare martiri e martirii ( è evidente che l’inopinato, brusco passaggio dalla villa di Arcore, dal palazzo Grazioli, dai palazzi della politica ecc. ad una cella di Rebibbia per un uomo arrivato già ad una certa età , bisognoso periodicamente , giusta una sua ricorrente , assai sempliciotta espressione , di essere sottoposto a ” tagliando” , faceva sorgere aspettative di un improvviso suo crollo psicofisico ).

  2. carmine at 7:44 am

    Balle in mala fede. Quello che chiamate “statista” vendette la scala mobile per accreditarsi con la confindustria. I porco divise il sindacato privando il mondo del lavoro dell’organizzazione con cui opporsi al liberismo. Disse che senza scala mobile i lavoratori avrebbero avuto più forte contrattazione. Sic! Siamo il paese con salari e pensioni da fame. Il popolo ridotto alla fame grazie alle politiche di quel ladro benedetto dalla confindustria. Gli Usa lavorarono per accreditarlo come “statista” perché gli serviva benedetto per contrastare Moro. Mattei come Moro assassinati dagli Usa che si servirono della corruzione per imporre al popolo italiano vassalli del franza o spagna basta che se magna. benedetto magnava eccome magnava. La milano da bere di benedetto ci ha lasciato con le pezze al sedere.

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