Immigrazione-Italia 2015: quanta verità in certa “fantascienza”…

di Eresiarca

In questo mondo all’incontrario dove tutto quello che fino a poco tempo fa era abituale e normale viene demolito a rotta di collo demonizzandolo come retaggio (“razzista”, “sessista” ecc.) di un passato che è sempre peggiore del radioso avvenire che ci aspetta, capita di verificare puntualmente come tutti quelli che, per un verso o per l’altro, erano stati “preveggenti” vengano trattati con sufficienza, osteggiati ed emarginati.

È quello che capitò ad Amintore Fanfani quando, solo contro tutti nell’opporsi alla legge sul divorzio, vaticinò che, una volta passato quello che sembrava un “diritto” sacrosanto, in nome della “libertà” si sarebbe trovata giustificazione alle perversioni e agli abomini più assurdi ed inconcepibili.

bernieriNella nutrita galleria dei profeti incompresi dei nostri giorni rientra a pieno titolo anche un signore semisconosciuto, Claudio Bernieri, che nel dicembre del 1997 pubblicò, in allegato al settimanale “Lo Stato” (diretto da Marcello Veneziani), un breve romanzo “di fantasia” dal titolo “Anno 2023: rapporto dall’Italia invasa dagli extracomunitari”.

Un titolo ed una copertina d’impatto, decisamente “forti”. Un biglietto di sola andata nell’inferno dei “razzisti” per l’autore di simili “enormità”.

Eppure… eppure, dopo quasi vent’anni, seppur in mezzo a diverse esagerazioni dettate da un’avversione all’Islam in quanto tale che la “destra” non riesce proprio a superare, bisogna riconoscere al Bernieri doti ‘profetiche’.

Si dirà: ci voleva poco a capire l’antifona, quando con l’accelerazione del progetto di “integrazione europea”, l’arrivo dei primi barconi dall’Albania e la martellante propaganda in favore della “società multietnica” gli esecutori di quello che oggigiorno è un dramma di proporzioni epocali cominciavano a blindare il loro folle operato con “leggi” repressive che miravano a sedare sul nascere ogni obiezione in materia.

Erano passati pochi anni dallo scioglimento di un sodalizio politico, il Fronte Nazionale, guidato da Franco Freda, che con lungimiranza andava martellando, coi limitati suoi mezzi a disposizione, su due soli elementi che si sarebbero poi resi evidentissimi a tutti in tempi di “crisi” istituzionalizzata: l’invasione allogena e l’usurocrazia dei “signori del denaro”.

freda_albero_radiciMa tutti finirono alla sbarra, nel ‘cattiverio’ (come ama definire il carcere lo stesso Freda), e così – in mezzo alle grida di giubilo progressiste per la ‘bonifica’ effettuata dagli organi repressivi di quello Stato di cui, la stessa rivista diretta da Veneziani denunciava la perdita progressiva di senso e d’autorevolezza (altra ‘profezia’ puntualmente azzeccata) – del “problema immigratorio” non restò più traccia, se non nelle sgangherate e poco credibili fanfaronate leghiste. Di gente che con le parole ha fatto fuoco e fiamme ma di sostanza ne ha realizzata ben poca, tant’è vero che anche le loro “roccaforti” si sono trasformate in un “far west” dove regnano l’insicurezza e il malcontento per i troppi immigrati stabilitivisi.

Anni Novanta, quando l’Europa veniva spacciata come un miraggio ad un pubblico di boccaloni che s’era bevuto anche “Tangentopoli”.

Invece bisognava dare ascolto al Fronte Nazionale, Freda o non Freda, ché se uno è in buonafede, oggi, non può che dargli ragione e pure scusarsi con lui se all’epoca ebbe l’impudenza e la dabbenaggine di fregarsi le mani quando lo arrestarono.

E anche a Claudio Bernieri, il cui romanzo “fantastico”, anziché essere letto per quel che era – e cioè un’accorata denuncia di quello che sarebbe diventata l’Italia se non si fosse cambiata rotta – è finito nel dimenticatoio e, colmo della beffa, in una biblioteca specializzata in “letteratura di fantascienza”.

Insieme alle storie sui dischi volanti e gli omini verdi col naso a trombetta. Ma quelli non li ha mai visti nessuno, né mai li vedrà. Mentre l’Italia invasa è una triste realtà!

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