L'”antirazza” da estirpare

di Enrico Galoppini

Se c’è una genia che fa schifo, ma schifo veramente, è quella di chi sputa nel piatto in cui ha mangiato finora. Sono quelli che Evola definiva “l’antirazza”; quelli animati da un odio di sé che trova sempre nuovi motivi per esprimersi. Vorrebbero veder trasformata l’Italia in un bazar, in un circo, in un bordello o tutte queste tre cose insieme. Ma alla fine non è nemmeno colpa loro, perché settant’anni e passa di lavaggio del cervello non potevano passare invano. Adesso che il danno è fatto ci vorrebbe un’impresa titanica, ma da qualche parte, per invertire la rotta, si può cominciare, per esempio disinfestando tutti quegli ambienti nei quali, come insetti infestanti, si sono annidati quelli che hanno avvelenato le menti e i cuori di troppi italiani.

Gli articoli de Il Discrimine possono essere ripubblicati, integralmente e senza modifiche (compreso il titolo), citando la fonte originale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*