La guerra contro l’arte italiana continua…
di Enrico Galoppini
Sì, va bene, siamo talmente dei buoni a nulla che per curare il Colosseo e l’area archeologica adiacente abbiamo bisogno d’aiuto. Deve venire qualche “manager” dall’estero, perché qui in Italia, dove più di vent’anni fa venne istituito pure un corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali (rivelatosi l’ennesima fucina di disoccupati), non ci sarebbe lo straccio di un “professionista” in grado di gestire adeguatamente il nostro patrimonio storico.
Ma per favore! Basterebbe uno ovviamente preparato ma con un’irrinunciabile requisito: l’amore per la propria terra! Una specie in estinzione…
E per rendersi conto, quando andranno a prendere (per concorso!) il solito ammerikano o suddito di Sua Maestà (Dio ce ne scampi e liberi), ci si ricordi di dare un’occhiata ad un libro come “La guerra contro l’arte”, pubblicato a Milano, nel 1944, per i tipi della Editoriale Domus, il quale documenta l’amore per l’Italia nutrito da certi popoli, a condizione, beniteso, che restiamo perennemente sottomessi a loro.
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Introduzione e Indice del suddetto volume: