Due parole sui “social network” e la libertà

di Enrico Galoppini

Va bene che ufficialmente sono nati per ritrovare “gli amici di una vita”. Ma se si eccettua chi posta solo foto di mogli, mariti, figli, vacanze, acquisti e manicaretti, va detto che queste reti sociali vengono utilizzate da molti per esprimere le proprie idee.

Ora, in un ambiente che ogni tre per due si dichiara libero la cosa più banale del mondo sarebbe il poter esprimere liberamente le proprie idee, su qualsiasi argomento.

Accade invece che la maggioranza dei moderni, benché inebriata dall’illusione della libertà, non riesce assolutamente a sopportare l’espressione, anche a mezzo di questi strumenti, di idee non conformiste (cioè non conformi al “moralmente corretto“). Al primo comparire di qualche idea “strana” certi psicopoliziotti volontari s’indignano e se la prendono come se gli fosse stata offesa la mamma. Però sono convinti che qui ci sia la libbertà (questa volta con due B). Questo tipo d’individui va preso con le molle: può toglierti “l’amicizia” (cosa di cui m’interessa men che zero) e potrebbe “segnalarti” agli amministratori del giocattolo, che così provvederanno a metterti nel “cattiverio” per un po’ (altra cosa che alla fine non ha nessun valore, prima che qualche “autorità” s’inventi un “rating” per le persone basato sulle idee espresse in pubblico). Ed è quello che sta accadendo ad alcuni miei amici, tra i quali si annoverano studiosi e pensatori di notevole spessore, che però, a causa di omuncoli insignificanti, ogni tanto si vedono precluso l’accesso su Facebook, dove sono ammessi anche animali vestiti e pagliacci in servizio permanente. Questi signori, insomma, stanno in “castigo” per le loro idee, nella speranza che col tempo si autocensurino sempre più (ma non lo faranno!).

È per questo che, sebbene a qualcheduno possa sembrare incredibile (dato che non la mando certo a dire), il sottoscritto sta attento a non esprimere pubblicamente tutto quel che veramente pensa su parecchie questioni “calde”. Calde, intendiamoci, solo perché c’è troppa gente – schiava dentro – che per l’appunto si scalda subito per un nonnulla, mentre ci sarebbe un gran bisogno di ragionare a mente fredda… Se ci fosse libertà, s’intende…

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There is 1 comment for this article
  1. Backward at 6:52 pm

    Carissimo,
    in quest’epoca dove tutto è capovolto gli omuncoli hanno il potere di censurare i saggi. E il clima di irragionevolezza e boria è generale: anche Saker o Dezzani, per fare due esempi, quando messi di fronte a fatti non graditi denigrano e censurano. Vietato mettere in discussione il politicamente corretto, vietato addirittura richiamare con urgenza l’attenzione sulla drammatica devastazione ambientale in corso (Lei per esempio è uno dei pochissimi a menzionare la geo-ingegneria, tabù e scherno perfino per Blondet).
    Non vogliono sentire ragioni né consigli, si ritengono onniscienti ed infallibili. Ovviamente ciò non mi meraviglia, in quanto essere consapevoli dell’immensità dei propri limiti è un privilegio raro. Né il divieto di commentare mi danneggia personalmente, sgravandomi anzi dalla responsabilità di aiutare altri alla comprensione. Tuttavia mi dispiace per i loro lettori, destinati a restare eternamente ignari dei fatti e delle idee che contano davvero. Un maestro che non conosce o nasconde le cose più importanti è un cattivo maestro.
    Ma non viviamo, per l’appunto, in tempi come tutti gli altri: nel Kali Yuga gli occhi sono tutti puntati sugli indici di borsa anziché sugli aerei che quotidianamente ci irrorano di alluminio; e le talpe che abitano il sottosuolo pretendono di comandare alle aquile che vedono lontano.
    Probabilmente è il destino del mondo, del tempo che si deve compiere. E ben presto le anime consapevoli si rendono conto di non poter nulla.

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